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L’anima gemella esiste?

L'anima gemella esiste?

Chi non ha mai avuto la sensazione che il partner che abbiamo incontrato rappresenti l’altra metà di noi? È proprio questo che si prova quando ci si innamora: un senso di completezza e di pienezza. Questo grazie alla semplice presenza di quella che sembra la nostra anima gemella che con le sue attenzioni, i suoi sguardi, il suo bisogno di noi ci fa sentire unici e speciali.

L’anima gemella secondo la psicanalisi

Freud dice che l’anima-gemella è quella persona che troviamo quando abbiamo conosciuto noi stessi, sappiamo amarci in toto, ci vogliamo trovare e ritrovare. Secondo la teoria psicanalitica ogni rapporto cambia il nostro sé, quindi, è importante prima capire chi siamo per trovare qualcuno per essere il nostro sé migliore.

Leggi anche l’anima gemella karmica.

Parlando delle modalità in cui si sceglie il compagno “perfetto”, fa riferimento ai tre meccanismi inconsci:

  • amiamo ciò che siamo
  • amiamo ciò che siamo stati
  • amiamo ciò che vorremmo essere

La fusione

Secondo alcune teorie psicologiche la coppia comincia a formarsi con l’illusione che ciascun partner possa soddisfare i propri bisogni attraverso la collaborazione dell’altro. Questa idea porta la coppia a vivere quello stato fusionale tipico dell’innamoramento. I due partner sono legati e sommersi da un’energia vitale formidabile, si sentono onnipotenti e totalmente distaccati dal resto del mondo. L’amore che li coinvolge permette loro di bastarsi reciprocamente e di non dover condividere o chiedere nulla agli altri: l’altro da sé è l’unica risposta ai propri bisogni. C’è di fatto un investimento emotivo verso l’altro di notevole portata. Il partner, inoltre, proprio perché considerato la risposta ai nostri bisogni, presenta tutte quelle caratteristiche che lo rendono speciale e guarda caso molto simile a noi. È qui che si cela l’illusione: siamo noi a proiettare sull’altro tutto quello di cui abbiamo bisogno.

La funzione del distacco

Prima o poi, però, l’innamoramento si esaurisce. I partner, che fino ad ora erano indifferenziati nella propria fusionalità, cominciano a sentire il bisogno di avviare un sano distacco. Questo li farà muovere con le proprie gambe in quel mondo che sinora era escluso da loro e che adesso possono vivere come coppia che ha trovato la sua identità. Purtroppo, non sempre entrambi i partner vivono questa fase nello stesso momento. Si creano quindi quei conflitti tipici in cui l’uno sente il bisogno di prendersi i propri spazi e l’altro si sente abbandonato. Oppure uno vuole esplorare il mondo sinora tenuto lontano e l’altro teme un possibile tradimento. Inutile dire che l’invadenza dei social network e la loro costante presenza nelle nostre vite ha fin troppo esasperato questa delicata fase che richiederebbe pazienza, ascolto e una sana privacy.

Appartenersi senza soffocarsi

Queste piccole crisi mettono a dura prova la relazione che, nonostante sia ancora in formazione, può arrivare alla rottura. In questa fase del ciclo di vita della coppia è necessario che si realizzi quell’autonomia dei singoli partner che faccia percepire il senso di appartenenza senza che questo sia soffocante. Il singolo, quindi, deve star bene in coppia e saper anche stare da solo.


Photo by Matheus Ferrero on Unsplash

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