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Coronavirus: effetti psicologici della quarantena e come arginarli

Effetti psicologici della quarantena

Ansia, sconforto, depressione, irritabilità sono i principali effetti psicologi della quarantena e dureranno anche dopo il ritorno alla vita quotidiana e alla normalità.

Per fronteggiare lo stato attuale di epidemia di COVID-19 molti Paesi, come l’Italia, hanno chiesto alle persone di isolarsi in casa o, in alternativa, se necessario, ricoverarsi in una struttura idonea. Un cambio cosi radicale della nostra vita ha effetti psicologici rilevanti dovuti al prolungarsi della quarantena. Come sostengono alcuni studi, tra i sintomi più comuni troviamo stati di stress, sconforto, rabbia, fino ad arrivare ad ansia, paura e depressione. Tali conseguenze negative sono presenti per tutta la durata dell’isolamento e possono aggravarsi, tendendo a restare anche quando torneremo a una vita “normale” dettata dalla quotidianità di ogni giorno.

Aggiungere paragrafo o integrare il precedente con consigli sulle azioni da intraprendere per limitare i danni (aria aperta, movimento, gratitudine, consulenza psicologica, ecc.)

Effetti psicologici della quarantena

La quarantena è chiaramente un’esperienza spiacevole: la separazione dai propri cari, la perdita di contatti sociali e della libertà, la paura riguardo lo stato di salute unita alla noia e alla monotonia del quotidiano possono causare effetti non trascurabili e stati psicologici particolari che possono durare anche a lungo.

Immagine creata da Daniel Barreto per United Nations

Cosa dicono gli studi psicologici a riguardo

Secondo la maggior parte degli studi esaminati, un periodo di quarantena prolungato può avere sulla persona effetti psicologici negativi: confusione, sintomi di stress post-traumatico, rabbia, tristezza. In numerosi casi, le conseguenze dell’isolamento determinano forti stati di stress che si aggravano con l’estensione del periodo di quarantena causando anche una grande paura di essere stati contagiati, oltre che frustrazione e depressione.

Ansia e rabbia sono presenti nel 15% circa dei casi, ma, a seconda degli studi, si registra una loro riduzione a 4-6 mesi dalla fine dell’emergenza; più duratura invece risulta essere la preoccupazione e la paura di un contagio. Nel lungo periodo il 54% dei soggetti presenta un atteggiamento evitante nei confronti di altre persone con sintomi come la tosse, mentre il 21% tende a evitare tutti i luoghi pubblici e affollati.

Il disagio socioeconomico, non meno importante, rappresenta un altro fattore negativo che è presente sul breve e lungo termine. Si creano scompensi psicologici, mancanza di fiducia in soggetti obbligati a restare nel nucleo famigliare e a essere così dipendenti economicamente dalla propria famiglia.

Quarantena: effetti psicologici anche a lungo termine

Quali sono gli effetti psicologici della quarantena sulla nostra vita nei mesi a venire? Possiamo affermare che alcune conseguenze psicologiche tenderanno a rimanere anche nel medio-lungo periodo, dopo il ritorno alla normalità di ogni giorno.

Studi recenti, pubblicati su Lancet dagli psicologi del Dipartimento di Medicina e Psicologia del King’s College di Londra, tracciano il quadro delle conseguenze dell’isolamento sulla salute, al fine di mitigarne gli effetti negativi. L’isolamento previsto per le singole persone ammalate o contagiate e la quarantena di massa (allo scopo di prevenire ed evitare il propagarsi del contagio) sono due situazioni che producono effetti simili ma psicologicamente molto diversi: «Nel caso di una pandemia non esiste stigma sociale nei confronti del potenziale “untore”, come invece si è verificato in situazioni in cui la quarantena sia stata disposta per piccoli gruppi di persone» afferma Valentina Di Mattei, psicologa clinica e docente all’Università Vita e Salute dell’ospedale San Raffaele di Milano.

«In quarantena decadono abitudini consolidate e spesso si è separati dagli affetti, quindi i due aspetti cruciali sono il senso di noia e l’isolamento. A questo in molte persone si aggiunge lo stress per il lavoro e la preoccupazione per gli effetti economici sulle loro attività. Il modo di affrontarli cambia molto in base alle risorse interiori personali, ma in generale i disagi che ne derivano sono un calo del tono dell’umore, maggiori livelli di ansia e paura, irritabilità, insonnia, confusione mentale e disturbi cognitivi, che vanno dalla difficoltà a mantenere la concentrazione alla ridotta attenzione».

La review uscita su The Lancet presenta diversi limiti, ma ad oggi resta la pubblicazione scientifica più dettagliata su questo tema legata alla diffusione del Coronavirus.

Dunque tale review fornisce una base scientifica sulle conseguenze della quarantena, soprattutto per i soggetti più deboli: un cambio profondo e radicale del proprio stile di vita che nel lungo periodo genera forti effetti psicologici, come ha spiegato a Pagella Politica Gianluca Castelnuovo, professore ordinario di Psicologia clinica all’Università Cattolica di Milano:

«L’impatto più grosso è che ci viene chiesto un radicale cambiamento dello stile di vita quotidiano, dove ci viene chiesto paradossalmente non di fare più cose, come la società moderna ci ha abituati a fare, generando il cosiddetto “stress per le tante cose da fare”, ma di non fare, di “restare a casa».

«In questo contesto di incertezza e di preoccupazione, la paura può essere funzionale, perché si può trasformare in attivazione e maggiore attenzione, per esempio per rispettare i protocolli di igiene, come lavarsi le mani e indossare i dispositivi di protezione individuale. I problemi possono però verificarsi in quelle persone che hanno maggiori difficoltà a gestire l’ansia, in cui questo stato può diventare disfunzionale».

Nella pratica, cosa possiamo fare?

Secondo i ricercatori, è possibile rendere i periodi di isolamento “più tollerabili per il maggior numero di persone possibile”, seguendo una serie di accorgimenti. Innanzitutto è necessario spiegare con chiarezza che cosa sta succedendo attraverso una comunicazione istituzionale trasparente e puntando al richiamo del senso civico e di altruismo nella cittadinanza.

Inoltre, è necessario garantire un accesso ai beni primari, come quelli alimentari, che hanno un impatto significativo sulla dimensione psicologica dei cittadini, e sostegno psicologico online per le persone che ne sentono il bisogno e che hanno l’esigenza di essere supportati anche a distanza. Se ritieni di poterne avere bisogno, non esitare a contattarmi per richiedere una consulenza psicologica, online o in studio a Modena.

Aggiungere paragrafo con consigli pratici di cosa la persona può fare da sola (sviluppare i punti citati nell’introduzione).

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