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EMDR

È una particolare tecnica di psicoterapia che si è sviluppata negli ultimi vent’anni ed è utilizzata in particolare per elaborare psicologicamente abusi o carenze affettive subite da piccoli, comportamenti propri per cui ci si sente in colpa, incidenti o violenze a cui si è assistito, lutti per la morte di persone care, insuccessi scolastici o lavorativi, delusioni amorose, ecc.
È un approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 44 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.
Spesso chi ha provato questo genere di esperienze sente che esse influenzano emotivamente la propria vita attuale al di là di tutti i possibili ragionamenti.
La terapia EMDR risulta particolarmente efficace nel modificare l’intensità e la qualità delle emozioni connesse con questi ricordi in modo che esse risultino più adeguate per il soggetto.
La teoria sottostante all’EMDR ipotizza che alcuni traumi possano rimanere come “congelati” nel cervello, non avendo così la possibilità di integrarsi con le altre esperienze e conoscenze di cui la persona potrebbe servirsi, mantenendo quindi intatta la loro carica emotiva negativa.
L’EMDR sembra favorire un processo di naturale rielaborazione dei fati traumatizzanti in modo simile a quanto avviene nella fase REM del sonno, quella in cui si sogna e che è caratterizzata da rapidi movimenti oculari spontanei.

Come funziona

Concretamente l’EMDR consiste nell’individuare alcuni ricordi o immagini in qualche modo disturbanti, su cui viene effettuato un lavoro di rielaborazione.
Quest’ultimo viene svolto seguendo un preciso protocollo di intervento che prevede anche una cosiddetta “stimolazione bilaterale”, che può consistere in un tamburellamento sulle ginocchia del paziente, un movimento delle dita da seguire con gli occhi o un suono alternato fra orecchio destro e sinistro ascoltato tramite una cuffia.
In tutti questi casi sembrano venir stimolati in modo alternato l’emisfero destro e quello sinistro del cervello.
Questa stimolazione bilaterale rappresenta sicuramente l’aspetto più particolare e suggestivo della metodologia, da cui deriva anche l’acronimo inglese EMDR, che significa “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari”.

EMDR e ipnosi

L’EMDR viene a volte confuso con l’ipnosi da cui però si differenzia nettamente perché il soggetto viene semplicemente posto nelle condizioni di seguire il proprio naturale flusso di pensieri (che in precedenza rimaneva bloccato) senza subire alcuna suggestione esterna; nell’EMDR il paziente assume quindi sempre un ruolo estremamente attivo ed è in grado di interrompere il trattamento in qualsiasi momento lo desideri.